Pittore, Patriota, (1836-1891)

SALA GIOACCHINO TOMA

Rimasto orfano a soli sei anni, trascorre parte della sua infanzia presso l’Ospizio dei Poveri di Giovinazzo, in provincia di Bari, e qui apprende le prime nozioni sulla pittura. Si trasferisce a Napoli e comincia a lavorare presso ornamentisti e decoratori realizzando soprattutto “trasparenti”, ossia tende da finestre, parzialmente decorate con arabeschi, paesaggi o figure.  Considerato per sbaglio un cospiratore antiborbonico, viene confinato per diciotto mesi a Piedimonte d’Alife, dove conosce alcuni aristocratici che lo spingono nelle file della Carboneria. In questo periodo per sostenersi dipinge quadri a tema religioso e ritratti per le famiglie signorili del luogo. Tornato a Napoli, frequenta l’Accademia di Belle Arti e nel 1860 è ufficiale combattente nella Legione dei Garibaldini. Questa esperienza gli dà l’impulso ad abbandonare lo stile di pittura realizzata fino a quel momento e ad ispirarsi alla realtà circostante adottando uno stile personale, che non deriva da nessuna scuola, ma che esprime i suoi sentimenti venati da malinconia.

È professore di disegno nel Reale Istituto di Belle Arti, arrotondando i guadagni con delle lezioni di disegno presso l’Ospizio femminile di San Vincenzo Ferreri e nella Scuola Operaia.

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