La Biblioteca comunale di Galatina è istituita nel 1890 con un patrimonio di circa settemila volumi, provenienti dai fondi librari degli ordini soppressi dei Francescani riformati e dei Cappuccini e dalla ricca collezione privata di Pietro Siciliani, donata alla città natale dalla moglie Cesira Pozzolini e dal figlio Vito all’indomani della sua morte avvenuta nel 1885. Fin dal 1867 il Comune si era impegnato a dar vita alla biblioteca riordinando in un locale idoneo le raccolte librarie dei due conventi soppressi acquisite con autorizzazione ministeriale e stanziando apposite somme per il suo funzionamento, ma una serie di vicissitudini avevano portato ad un nulla di fatto.

È con l’acquisizione della donazione di Pietro Siciliani, approvata con delibera comunale del 12 gennaio 1888, che l’Amministrazione torna a porsi in maniera più urgente il problema di garantire una sistemazione adeguata al patrimonio fino ad allora accumulato. Su impulso e impegno soprattutto del consigliere Antonio Romano, tutti i libri vengono trasferiti in un’ampia stanza situata al pianoterra del Ginnasio-Convitto. La gestione è assunta dalla Commissione amministrativa che gestiva il Pio Istituto P. Colonna, in cui nel frattempo era stato convertito con Regio Decreto il Ginnasio-Convitto; in particolare fu Vito Vallone (1856-1943), nipote del Siciliani, a prodigarsi per l’apertura al pubblico della Biblioteca civica, facendo completare il riordino dei volumi e avviandone la schedatura. Il compito di riordinare le raccolte librarie viene affidata ad un docente del Liceo, il prof. Umberto Congedo, che può considerarsi il primo bibliotecario della Siciliani. Con l’acquisto di arredi e di opere letterarie specifiche, l’approvazione e adozione di un Regolamento e la nomina di un bibliotecario nella persona di Giacinto Bardoscia, la biblioteca può finalmente essere inaugurata il 5 febbraio 1905. Nel corso del 20° secolo la biblioteca è andata arricchendosi di numerose altre donazioni, prima fra tutte quella della raccolta privata dell’artista Pietro Cavoti (1819-1890), ma anche delle donazioni dei proff. Michele Laporta, Ottorino Specchia, Giovanni Romano, Giuseppe Virgilio, dell’avv. Salvatore Zuccalà e del parlamentare Donato Moro.

La Siciliani conosce la rinascita negli anni ’80 quando, durante l’amministrazione di Beniamino De Maria, approva un progetto di ampliamento della sua sede storica mediante l’aggiunta di tutti i locali a pianoterra dell’ala ovest dell’ex convento, e l’avvio delle operazioni di riordinamento, inventariazione, schedatura e redazione del catalogo alfabetico per autori e di quello per materie secondo le norme catalografiche nazionali. Risale a quegli anni la suddivisione e l’allestimento delle varie sale e degli uffici, rimasti pressoché immutati fino ai giorni nostri.

Negli anni ’90 è stata creata anche la sezione ragazzi, dotata di appositi arredi negli anni 2000, mentre nel 2003, grazie al Piano d’Azione Mediateca 2000 promosso dal Ministero della Cultura, si dà vita alla mediateca, allestita in uno dei locali del colonnato con postazioni internet e con una ricca collezione di cd musicali, VHS e poi DVD, con un’ampia scelta di film e di documentari. Negli stessi anni si pone mano anche all’allestimento dell’emeroteca e al riordino di circa duecento titoli tra riviste e quotidiani, nazionali e locali.

Nel 2017 il Comune partecipa al bando Community Library della Regione Puglia, ottenendo un finanziamento per la ristrutturazione dei locali e per la riqualificazione della Siciliani.

Ad oggi il patrimonio della Siciliani ammonta a circa 60.000 unità tra materiale documentario e multimediale.